Energia Sostenibile

Al giorno d’oggi la produzione mondiale di energia elettrica è quasi totalmente affidata alla combustione di fonti fossili (petrolio, metano, carbone). Una scelta del genere porta con se conseguenze quali le emissioni dei cosiddetti gas serra, causa ormai accertata del riscaldamento globale, e l’esaurimento di fonti fossili disponibili sul nostro pianeta, problemi ancora più preoccupanti se si pensa che paesi come India e Cina, due dei maggiori paesi emergenti nel panorama industriale mondiale, attualmente sono fra i maggiori consumatori di petrolio pur non essendo fra i primi in termini di consumo pro capite, non è difficile immaginare cosa accadrà quando questi paesi raggiungeranno il livello di sviluppo proprio ai paesi industrializzati.

Resisi conto del problema, questo è stato affrontato in molte conferenze internazionali in cui per la prima volta nel 1987 si definì il concetto di sviluppo sostenibile “lo Sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”, nel 1992 alla conferenza delle nazioni unite tenutasi a Rio de Janeiro per la prima volta vennero presi impegni precisi e redatto un programma d’azione per lo sviluppo sostenibile (agenda 21), la cui esecuzione era volontaria da parte degli stati membri, all’interno del quale si prevedevano aggiornamenti con vari protocolli che avrebbero posto limiti obbligatori alle emissioni. Nel 1994, con la carta di Aalbolrg, le città-regioni europee firmatarie si impegnano ad attuare l’agenda 21 a livello locale, al suo interno le città si dicono convinte dell’impossibilità di arrivare ad un modello di vita sostenibile in assenza di collettività locali che si ispirino ai principi della sostenibilità.

Il protocollo probabilmente maggiormente conosciuto è quello di Kioto nel quale le nazioni partecipanti si impegnano in maniera legalmente vincolante a ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990.

Con le tecnologie odierne è sicuramente possibile produrre energia senza alterare gli equilibri ambientali facendo in modo di non aggravare il già compromesso stato di salute del nostro pianeta, occorre cioè attuare lo sviluppo sostenibile, rispettoso dei limiti impostici dalla natura e consapevole del nostro impatto su di essa.

Alla luce di quanto detto una politica energetica basata sull’uso consapevole delle fonti alternative-rinnovabili può sicuramente essere una scelta valida per attuare lo sviluppo sostenibile.

Col termine alternativo si indicano quelle fonti non basate sul fossile ma da cui è identicamente possibile ottenere un combustibile colture dedicate, gassificazione, fermentazione.

Nel caso in cui il combustibile sia di natura vegetale e quindi dall’agricoltura (etanolo, oli,…) è chiaro che lo sviluppo di questa tecnologia deve essere opportunamente valutata per non incorrere nell’errore di sfruttare campi ad esempio coltivati a frumento per la produzione di gasolio. E’ sicuramente possibile sfruttare i RSU tramite la raccolta differenziata riuscendo così ad ottenere biometano oppure, dove la raccolta differenziata non fosse possibile, per mezzo di impianti di termovalorizzazione.

L’eolico è la tecnologia che per produrre energia sfrutta la forza del vento per mezzo di aerogeneratori. Fra le tecnologie delle rinnovabili è fra le più efficienti ma, per le grandi installazioni, sicuramente risulta essere quella maggiormente impattante dal punto di vista paesaggistico, pericolosa per la fauna. In tal senso, probabilmente, risulta conveniente l’installazione di mini turbine eoliche capaci di soddisfare una quota parte dei fabbisogni di una singola casa.

L’energia idroelettrica è ottenuta sfruttando l’energia potenziale di una massa d’acqua disponibile ad una quota maggiore rispetto a quella in cui è collocata la turbina. E’ un tipo di impianto la cui installazione risulta conveniente nei territori caratterizzati da salti geodetici e dove vi è disponibilità idriche (bacini, torrenti,…).

L’energia derivante dal sole può essere sfruttata in vari modi a seconda della finalità, è possibile, ad esempio, utilizzarla per fare in modo che si scaldi un collettore attraversato da tubi all’interno del quale fluisce acqua, il risultato ultimo è quello di ottenere acqua calda in maniera totalmente gratuita da poter utilizzare in una abitazione. Su scala industriale, pensato per integrare o addirittura sostituire la combustione di fonti fossili, il solare termodinamico caratterizzato da specchi parabolici che concentrano i raggi solari nel fuoco della parabola stessa ove vi è un tubo percorso da un fluido che viene scaldato ad elevate temperature. Altra tecnologia per poter utilizzare la radiazione solare sono i pannelli fotovoltaici, pannelli in grado di convertire la radiazione solare in energia elettrica per circa 25 anni. Va detto che l’installazione dei pannelli è preferibile effettuarla con un oculato posizionamento sui tetti delle abitazioni in quanto, l’installazione di un impianto fotovoltaico a terra, renderebbe improduttivo il terreno su cui insiste per tutta la durata dell’impianto stesso.

Caratteristica delle fonti rinnovabili è il loro essere fonti aleatorie ed il fatto che spesso sono localizzate in luoghi distanti dagli utenti finali. Queste caratteristiche intrinseche delle fonti rinnovabili spesso ne limitano l’espansione. Una soluzione a queste problematiche potrebbe essere l’impiegare energia rinnovabile come fonte primaria per la produzione di idrogeno tramite l’elettrolisi. L’idrogeno prodotto costituirebbe un mezzo per accumulare energia nei momenti e nei luoghi in cui si ha un esubero di produzione, e successivamente utilizzato come combustibile per produrre energia elettrica nei momenti o nei luoghi in cui si verifichi un picco della domanda o si abbia scarsità dell’offerta. In questo modo il vettore energetico idrogeno consentirebbe di sfruttare appieno il potenziale energetico ambientale, che altrimenti andrebbe perduto. L’elettrolisi dell’acqua sfruttando energia da fonti rinnovabili evita emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e garantisce la produzione di idrogeno ad “emissioni zero”.

Ing. Salvatore Capra

ufficio progettazione I.R.S.S.A.T.
settore Energia